Il discernimento comporta due aspetti, uno esterno e uno interno È oggi un termine molto usato nella Chiesa, ma non sempre a proposito. Il...
A Babilonia “comandamento” “legge”, sono parolacce: nemici della libertà
A Babilonia le parole comandamento e legge, sono parolacce: nemici della libertà, fondate sulla paura della punizione-castigo che incombe, violenza arbitraria di un’autorità oppressiva. Dio, o i preti, avrebbero inventato i comandamenti per opprimere, per invidia. È la catechesi che il serpente fa ad Eva per convincerla al peccato: Dio è invidioso.
Andiamo alle radici. In ebraico thorà viene dal verbo “vedere” e significa: la parola che ti fa vedere, che ti illumina; Cosa ti fa vedere? le azioni che facciamo non si esauriscono al nostro piccolo desiderio del momento, ma hanno conseguenze, a volte grandissime, che dobbiamo conoscere. I comandamenti ci insegnano a guardare a tutto il significato delle nostre scelte, al loro seguito. Le conseguenze dei nostri errori nella Scrittura a volte sono presentate come punizioni, ma in realtà dipendono non da Dio, ma dalla logica della realtà: se mangi un veleno, muori; se uccidi il fratello, compi il più irreparabile degli atti di violenza; il male ha effetti sugli altri e su di noi.
L’intervento di Dio è quello di trasformare queste conseguenze in occasioni di conversione, di ravvedimento. Le conseguenze dei peccati mettono allo scoperto l’intenzione del cuore, o la superficialità della vita. Un’occasione preziosa per crescere in umanità. Dio cambia il disastro in medicina per curare i nostri cuori malati.